martedì 5 maggio 2009

Ordinaria discriminazione all'asilo

C'era una volta, un ordine di scuola non dell'obbligo, ideato per facilitare i suoi giovani allievi nell'inserimento nella scuola dell'obbligo e partendo da essa, nella società. La scuola dell'infanzia, fra i suoi obbiettivi, si pone quello della socializzazione dei bambini al di la di quale che sia la loro condizione economico/sociale. Per quanto riguarda quella religiosa invece, che sia chiaro fin dall'inizio della scuola stessa, essa è assolutamente discriminante, al punto che i genitori dei giovani allievi della scuola dell'infanzia, siano spinti a rinnegare il proprio credo religioso o filosofia di vita, pur di favorire l'inserimento della loro prole in quello che la scuola italiana presenterebbe come uno Stato cattolico.
Fortunatamente, la granparte dei direttori e presidi scolastici, pur dichiarandosi cattolici praticanti, credendo nella laicità prima di tutto dello Stato italiano, e poi anche solo come conseguenza di ciò, in quella della scuola pubblica, cercano di porre fine alla coecirzione di cui sopra. Ma il problema principale è che chi non decide per il non avvalersi dei propri figli dell'insegnamento della religione cattolica fin dall'asilo, non ha neanche idea di quel che significa e comporta, in alcuni casi, come quello nel POST che fa seguito a questo (anche se poi cronologicamente è precedente) l'IRC nella scuola dell'infanzia.
Qui di seguito, storie di ordinaria discriminazione all'asilo nei confronti di mia figlia, al primo anno della scuola dell'infanzia.

Se il buongiorno si vede dal mattino:
alla preiscrizione, dopo aver sbarrato la casella del non avvalentesi, NON mi viene sottoposto il modulo con le materie alternative. La segretaria mi dice solo che dovrò parlarne con le educatrici, quando si saranno formate le classi e potrò quindi risalire a quali saranno quelle di mia figlia. Ad anno scolastico avviato, quando cioè i bimbi hanno smesso di piangere fin dall'ingresso in classe, dopo aver posto la questione ad un'insegnante, costei mi dice che cade dalle nuvole.....quando vado a riprendere la bambina, la soluzione è stata trovata: durante l'ora e meza prevista per l'IRC all'asilo, mia figlia verrà spostata in un'altra classe, assieme ad una delle sue maestre curriculari. "Ma quest'anno non fanno ancora religione; pertanto sua figlia resterà in classe con le sue maestre in compresenza dell'insegnante di IRC per il normale svolgimento delle lezioni". POi candidamente aggiunge: "Noi maestre facciamo anche recitare la preghiera quotidianamente ai nostri allievi....vorrà dire che con sua figlia non insisteremo, non costringiamo nessuno! Ma in ogni caso sua figlia ne sarà esentata a priori".
?????Della questione "preghiera quotidiana" (quindi non solo durante l'IRC) approfondii in seguito; sul momento ebbi dei dubbi circa il fatto che l'insegnante dell'ora facoltativa, potesse essere in classe ma senza svolgere il suo programma. In realtà l'educatrice curriculare intendeva dire che per i primi tempi, com'è logico intuire, con i bimbi che piangono e litigano è impossibile impostare una qualsiasi lezione. Ciò detto, le educatrici riescono tuttavia ad insegnare ai bimbi per Natale, una poesia smaccatamente cristiana. Va bè, non mi attacco al capello , come erroneamente ho lasciato intendere anche alle educatrici di mia figlia, ma mi riferivo all'andamento generale durante le materie principali, giammai, per quello che accade durante l'IRC, dal quale mia figlia deve assolutamente non avvalersi. Ma su questo non ci siamo capite; del resto non ho mai avuto modo di discuterne contemporaneamente, con le educatrici, la direttrice e/o referente per la succursale cui è locata l'aula della classe di mia figlia, e magari anche con la stessa insegnante di IRC mostratasi poi la più corretta (mai si sognerebbe di insegnare e pretendere la recita delle preghiere ai suoi allievi) e disponibile anche a fare discipline religiose più in generale, sulla base di esperienze maturate in altri istituti più progressisti del nostro.
In conclusione: un dì di gennaio, accompagnando mia figlia in classe durante lo svolgimento reale dell'IRC, mi accorgo da un particolare del disegno che i bambini stanno colorando, che l'indottrinamento della religione cattolica, è iniziato eccome!! Per il particolare eloquente vi rimando ad un prossimo eventuale post su cosa e come in effetti avviene tale indottrinamento. Immediatamente dopo la scoperta di cui sopra, mi fiondo in direzione, alla sede centrale, dove alla direttrice, ottima persona, come altri suoi colleghi sopraelogiati, porgo le mie lamentele circa il fatto che la non insistenza da parte delle maestre, sulla recita della preghiera quotidiana da parte di mia figlia, sia in realtà di per se discriminante, soprattutto data la giovane età della bimba, e la scelta non avvalentesi operata da me senza darle spiegazioni in merito. Sarebbe stato come dirle: "sono io che ti escludo dal fare le stesse cose degli altri" che è proprio quello cui il Vaticano puntava quando spinse per l'introduzione dell'IRC all'asilo. La diretrice, che purtroppo è reggente e rimarrà solo fino ad agosto di quest'anno, mi da ragione: si dichiara cattolica praticante, ma considerando la laicità della scuola pubblica, giudica incostituzionale la recita delle preghiere quotidiane in se, al di la della presenza o meno in una classe di non avvalentesi.
In seguito a questo incontro, direttrice, referente, educatrici ed insegnante di religione, dialogano insieme per sistemare le cose, ma evidentemente ancora una volta, neanche fra di loro giudicano opportuno incontrarsi tutte insieme di persona, ed il risultato è discriminazione ad oltranza per mia figlia. Da gennaio infatti, la bimba non solo verrà, come stabilito all'inizio, spostata in un'altra classe durante l'IRC, ma con essa, seguirà tutto un percorso diverso di preparazione alla Pasqua, rispetto ai suoi reali compagni di classe. L'anno prossimo farà lo stesso per il percorso di preparazione al Natale, e poi alla Pasqua, e verrà ugualmente spostata in quella stessa classe di cui sopra, qualora dovesse essere presente nella sua di classe nel momento in cui solitamente fanno dire le preghiere. In pratica l'assimilamento di una materia facoltativa a quelle principali, fa si che mia figlia venga totalmente esclusa dal percorso didattico della propria classe, almeno per quel che riguarda la percezione delle feste dell'anno, che fral'altro tutti sanno avere origini socio/religiose tutt'altro che cattolico/cristiane. Pertanto non vi è alcuna giustificazione ad una sua discriminazione neanche in nome di assoluti principi storico/religiosi/socio/culturali. Ma se l'insegnante non arriva a comprenderlo da sola, se la referente fa finta di non sapere quel che di incostituzionale avviene nel plesso che dovrebbe amministrare, posso io lottare contro i mulini a vento?
Poi fosse solo questo....c'è molto di più, ma almeno per tutto il sovrappiù posso difendermi con l'arma dell'ironia, come accadrà per i prossimi post sulle "pari opportunità religiose all'asilo" ;-)
L'insegnamento facoltativo della religione cattolica alla scuola dell'infanzia (erroneamente ancora detta scuola materna) è stato istituito in Italia, dall'anno scolastico 1986/87. Prima di allora tuttavia alla maggiorparte di noi maggiori di 19 anni, tale insegnamento è stato propinato ugualmente, senza neanche potercene non avvalere. Tale provvedimento sembrerà quindi inserito nella scuola dell'infanzia per mettere fine ad un abuso; in realtà serve proprio ad avallarlo. Proviamo a pensare infatti a cosa sarebbe successo, verso l'inizio degli anni ottanta se un genitore, accortosi che l'educatrice di suo figlio faceva recitare la preghiera quotidianamente alla classe, fosse andato dalla medesima a protestare. Avrebbe avuto ragione di far cessare la suddetta pratica religiosa, in un contesto in cui all'epoca non era prevista neanche la cultura religiosa, facoltativa o meno che fosse. Il provvedimento che inserisce l'IRC all'asilo come materia facoltativa invece, da indirettamente ragione alle insegnanti, specie laddove, per timore di escludere i propri figli dal resto della classe, nessun genitore ha fatto per loro la scelta del non avvalersi. Si legge infatti nel testo unico sull'istruzione, all'art. 311, comma 2 che : l'insegnamento religioso ed ogni eventuale pratica religiosa, nelle classi in cui sono presenti alunni che hanno dichiarato di non avvalersene, non abbiano luogo in occasione dell'insegnamento di altre materie, nè secondo orari che abbiano per i detti alunni effetti comunque discriminanti. Eeekk! E che altro significa questo se non che, senza la presenza dei suddetti alunni, i soliti guastafeste, per come li presenta il comma in questione, l'insegnamento della religione cattolica da facoltativo, e quindi di secondaria importanza diventa principale, al punto da poter uscire dai confini dell'ora e mezza settimanale (per la scuola dell'infanzia) tenuta dall'insegnante preposta, ed invadere tutto il percorso didattico delle normali materie curriculari.
Questo è quel che succede esattamente nella classe di mia figlia al primo anno nella scuola dell'infanzia, in un istituto in cui da 22 anni a questa parte (a detta di una delle sue insegnanti) non vi erano mai stati altri non avvalentesi. Però 22 anni fa l'IRC non c'era all'asilo, e quando l'altra educatrice mi dice che le preghiere in classe all'inizio della lezione, "le abbiamo sempre fatte recitare!" la cosa mi da da pensare....
Sicuramente non è così dappertutto; dipende dalle educatrici. Teniamo presente che attualmente il corpo insegnanti della scuola dell'infanzia è ancora in parte costituito da personale in possesso di un semplice diploma triennale conseguito dopo la licenza media, che formava soltanto future insegnanti d'asilo, non come era l'istituto magistrale che guardava un pò più lontano, formando anche le future maestre elementari. Non è detto che non ci si debbano attendere ignoranza, bigottismo e presunzione dalle insegnanti laureate, solo che quelle diplomate a neanche diciottanni, e subito inserite nel mondo della scuola, più spesso sono appunto quelle che hanno sempre fatto recitare le preghiere ai loro allievi ed impartito loro nozioni di religione cattolica, anche quando ciò era totalmente incostituzionale. Ebbene, per questo tipo di insegnanti, ignoranti in termini di costituzione scolastica, bigotte e presuntuose, l'inserimento dell'IRC facoltativo, in realtà significa la piena autorizzazione ad impostare tutta la didattica su basi cattoliche, come del resto hanno sempre fatto del tutto arbitrariamente.
marta ha detto...
Mi immedesimo nella tua piccola pargoletta, e mi ricordo diverse cose: all'asilo (per me la seconda metà degli anni '70) si diceva una preghiera, che per me, non avendo mai sentito né di Santi né di Madonne, iniziava così: Ape Maria, piena di grazia... Era il periodo dell'ape Maya e l'ape Magà, e quindi perché no: tanto quella cosa che dicevamo non aveva più senso di una sigla di un cartone animato. Devo dire che per me era ed è stato poi fondamentale avere sempre come contraltare (notare il lessico di stampo inevitabilmente religioso!) le cose che sentivo a casa, i ragionamenti fatti dai miei genitori e CON i miei genitori. Insomma, sapere che esiste altro è comunque utile. Adesso, purtroppo, si è ancora più "soli" a tentare di essere laici, ma forse, se la tua bimba sa che esiste un mondo fuori (altri amici che la pensano come te con figli), può da subito capire che ci sono modi diversi di affrontare il mondo, e che siamo sempre liberi di scegliere. O almeno dovremmo esserlo.
Sei brava a condurre questa piccola grande battaglia.
5/3/07 11:24 PM
...Laura ha detto...
Mia figlia lo sa, (anzi, data l'età, lo saprà), ma tutti gli altri? Chi dovrebbe informare loro se non la scuola, dell'esistenza di + religioni, non necessariamente migliori o peggiori di quella cattolica? Se è presto, come io credo che sia, a soli 3 anni, allora lasciate stare, o al massimo insegnate loro a rilassarsi con gli album pensati proprio per l'infanzia, di "mandala da colorare", o con esercizi di Yoga presi da testi studiati per bambini di 5 anni. Non persuadeteli ad imparare a memoria preghiere di alcun tipo che neanche comprendono! Perchè nella migliore delle ipotesi percepiranno la religione come una cosa inutile e noiosa, imposta dall'alto solo per insegnarli ad ubbidire. E nella peggiore...gli istigherà al razzismo non solo nei confronti dei seguaci di altri culti, ma anche di tutti quelli che non si allineano a seguire ciecamente gli ordini.
6/3/07 3:17 PM

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