
Debbo ad un angelo custode, quello che non salvò mia nonna bambina, dalla caduta in un pozzo, la mia precoce capacità di dubitare delle istituzioni cattoliche e dei loro insegnamenti.
Eppure agli angeli da bambina io credevo; cercavo sempre di addormentarmi a pancia sotto onde evitare di schiacciare il mio angelo custode che immaginavo appollaiato sulla mia schiena!
E che dire poi della favola appresa all'asilo, dell'"angelo dalle ali di fuoco"? In tale favola decisamente splatter, un angelo riceveva da Dio delle ali di fuoco come ricompensa per essersi fatte strappare le sue da un bimbo cui servivano per individuare dall'alto la strada che aveva perso per ritrovare la propria casa. Ricordo ancora con vivo orrore l'ilustrazione dell'angelo, con le spalle sanguinanti prima di ricevere le ancora più spaventose ali di fuoco; ma perchè poi proprio di fuoco? E come mai un bimbo piccolo era riuscito ad allontanarsi da casa eludendo la sorveglianza dei genitori? N.B. l'asilo in questione non era infestato da suore, era comunale, sia pure con un nome sospetto: "Il cantico delle creature"...
Poi, con l'inizio del catechismo finalizzato alla Prima Comunione, sorsero in me i primi dubbi sull'effettiva utilità, per me bambina di sei anni e mezzo, di apprendere ed esercitare la dottrina cattolica. Mi bastò confrontare la solita favola dell' angelo che afferra la bimba incauta che corre felice per i prati, prima che cada in un pozzo raso terra senza copertura, con la storia vera, raccontatami da mio padre, della similare caduta in un pozzo, di sua madre bambina, per decidere di lasciare il catechismo senza fare il ...saggio finale!(Così percepivo all'epoca, data la mia giovane età, la Prima Comunione in se per se).
Per la cronaca: mia nonna - ovviamente, altrimenti non sarei qui a scriverlo - non precipitò nel pozzo, ma si savò grazie solo a se stessa, aggrappandosi alla grata che ne circondava l'apertura.
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