lunedì 18 maggio 2009

BENEDIZIONE DI PASQUA


domenica, luglio 01, 2007
Due anni fa, un pomeriggio di molto prima di Pasqua, il parroco della chiesa vicino casa mia, decise che avevamo tutti noi della zona, assolutamente bisogno di ricevere una sua benedizione e, dispensore di acqua benedetta tascabile alla mano, partì alla volta delle nostre case. Prima di farlo, neanche 2 ore prima, mise un cartello sul portone del mio palazzo, con su scritto che sarebbe passato di li a poco a benedire. La baby sitter della mia bambina, prendeva servizio alle 15.00; quando quel giorno passò per il portone, il suddetto cartello non era ancora stato affisso. Poichè pioveva, lasciò quindi a sgocciolare fuori della porta, l'ombrello che altrimenti le avrei detto di lasciare dentro, per non indurre il parroco a pensare, come poi si verificò, che poichè eravamo rientrati, fossimo disponibili a ricevere la benedizione.
Quindi si fecero le cinque; io riposavo, la babysitter stava addormentando la piccola, e nessuna delle due sapeva che il parroco stava per venire a benedire. L'uomo ed una sua aiutante bussarono la prima volta. La babysitter sapeva che non erano attese visite, e pertanto, essendo impegnata ad addormentare la bambina, non aprì. Il bastardo, visto l'ombrello fuori dell'uscio, aveva la prova che qualcuno in casa c'era, e convinto che questo qualcuno fosse desideroso di ricevere la sua benedizione, bussò la seconda volta. Nessuno gli aprì. Bussò ancora. Niente. Bussò di nuovo; e siamo a quattro. Intanto nel sonno io cominciavo a percepire qualcosa; mia figlia con tutti quegli scampanellii non riusciva a prender sonno, quindi la baby sitter in soggiorno, ed io dalla mia stanza, alla QUINTA bussata decidemmo di aprire. Io che sono miope, corsi alla porta senza occhiali, per non perdere tempo, nella convinzione che, se qualcuno bussava per ben CINQUE volte alla mia porta, come minimo stava andando a fuoco il palazzo. Intanto la babysitter aveva già aperto; il parroco le si era presentata dicendo:" dobbiamo benedire la casa", e non una parola di scuse, vedendola aprire la porta dopo tante bussate, con una bambina piccola in braccio. Il parroco era straniero, d'aspetto anglofono, pertanto solo per questo gli passai il "dobbiamo" usato al posto di "vorremmo", o "dovremmo" o meglio ancora di un "possiamo?"....
Quando misi piede nel soggiorno il parroco e la sua aiutante erano già dentro anche loro; la bimba era sveglia, io pure...non rimaneva altro da fare che acconsentire alla benedizione. Il parroco invitò allora noi presenti a recitare insieme un Padre nostro...ma quando io feci presente che erano troppi anni che non ne recitavo uno per potermelo ricordare, tomo tomo, cacchio cacchio, l'essere inopportuno se ne venne che in quel caso la benedizione non si poteva farla perchè lui non avrebbe fatto nulla contro la nostra volontà...come se disturbare la tranquillità della mia casa, scampanellando infinite volte, dando per scontato il mio credo religioso, fosse una cosa fatta secondo la mia volontà...

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