domenica 3 maggio 2009

Matrimonio in municipio

lunedì, novembre 27, 2006

Premessa: un prete durante la predica in un matrimonio cattolico, disse agli invitati che la differenza fra chi si sposa in chiesa e chi no, è in chi fa tale scelta. Vale a dire che chi si sposa al cospetto di Dio, ammette che sia stato Egli a destinarli l'un l'altra, ma Dio benedice tutte le unioni dei suoi figli, che si sposino in chiesa o meno. Da qui l'eresia di sciogliere i matrimoni religiosi, in quanto gli sposi ammetterebbero implicitamente che Dio abbia sbagliato nel farli incontrare. Salvo poi pagare cifre salate alla Sacra Rota per sancirne l'annullamento...
Nel sud Italia, la granparte dei cattolici che si sposa in Chiesa usufruendo del rito Concordatario, non se ne rende conto, ritenendo di essersi sposato separatamente: civilmente, nell'atto di "dare parola", ed in seguito, nella data segnalata sull'invito, con rito religioso, in Chiesa.
Questo equivoco, al quale però, ne gli impiegati comunali dell'ufficio matrimoni, ne i preti, cercano di porre rimedio, porta a radicare nella mente dei promessi e/o novelli sposi, e dei loro affini, che il matrimonio contratto solo civilmente, di per se non valga nulla. In effetti, il "dare parola" non sposa veramente, eppure i promessi sposi che passano per tale stadio burocratico, lo festeggiano come fosse un matrimonio vero, con pranzi con tanti invitati, foto e confetti.
Se però dite loro che voi vi sposerete "solo" con rito civile, senza poi consacrare l'atto in Chiesa, al cospetto di Dio, essi penseranno che il vostro matrimonio, non meriti festeggiamenti simili neanche a quelli che loro hanno riservato al "dare parola".
Purtroppo, bisogna rilevare che anche fra coloro che avendo cognizione del matrimonio concordatario, non confondono il rito civile con altro, c'è la tendenza a considerare il matrimonio al Municipio, non meritevole di uguale importanza e fasti nei festeggiamenti, rispetto a quello in Chiesa.
Se avete perciò deciso di sposarvi solo civilmente, preparatevi a dover sostenere conversazioni di questo tipo:
Domanda rivolta alla futura sposa: Ah allora ti vestirai normalmente...?
Risp. Si, certo, mi metto in Jeans; in fondo è solo il mio matrimonio...;-)
Dom. No, intendo dire, non metterai l'abito tradizionale, ma un tailler?
Risp. Figuriamoci, non me lo metto per andare al lavoro!
Dom. Ah ho capito! Indosserai un abito a tubino...!
Risp. ?

Dom. rivolta indiferentemente ad entrambi: Allora vi sposate in questa Chiesa vicino casa vostra?
Risp. No, te l'ho detto: NON ci sposiamo in Chiesa.

Futura sposa: Ci sposiamo in tale monumento storico (nel mio caso: Castello denominato Maschio Angioino)
Risp. Ah c'è una chiesa dentro? Non lo sapevo!

In sartoria poi, quando sentono che si tratta di un matrimonio civile, vi vengono proposti abiti che non mettereste neanche per andare a fare la spesa!Infatti, conquisterà la vostra fiducia, l'assistente alle vendite che ai vostri dubbi sull'adeguatezza di un abito tradizionale per un matrimonio non in chiesa vi risponderà anche un pò seccata: - Ma cosa c'entra?! Il matrimonio è tale sempre, al di la di come o dove lo si celebri!- E cioè come voi sentite che debba essere: solenne o disinvolto, avrà sempre l'importanza che voi gli date.
Infine, fra le varie baggianate di cui si pregia il cattolico coi paraocchi, mi preme riportarvi l'intuizione di una promessa sposa, presente insieme a me in un negozio di abiti da matrimonio, la quale credette che io ero lì per scegliere, fra costosissimi abiti, uno magari ricamato in oro, da indossare per ..."dare parola"!

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